domenica 29 giugno 2014

Tappa 07 - Lido di Volano - Rimini

ROMAGNA MIA! - Seguendo il mare e gli amici

Lido di Volano - Rimini: 136 km

C'è un Dio della Bicicletta, e anche per lui "Dio da, dio toglie". Ieri abbiamo fatto parecchi km in meno di quelli previsti, oggi invece ce ne siamo fatti  in più!
La giornata comincia con la visita degli amici di Tommy alla rimessa nautica, e saranno i primi di una lunga lista di amici che incontreremo lungo il tragitto. Dopo qualche chiacchiera, un paio di paste da loro regalataci e i saluti ai simpatici proprietari della rimessa, partiamo tranquillamente in direzione sud, pedalando inizialmente nella bellissima ed ombrosa pineta fino al Lido delle Nazioni.
Dopo aver slalomato tra i vari lidi ferraresi, a Porto Garibaldi siamo obbligati a pedalare sulla Romea, eeeh ci tocca, non ci sono altre strade, a destra ci sono le Valli di Comacchio, a sinistra la pineta e il mare. La prima tappa è Marina Romea, dove andiamo a salutare Luca e Lorenzo, amici di Francesco del quartiere San Michele: il quartiere è talmente grande ed importante, che la sua popolazione è sparsa in tutto il mondo! Con loro e Giulia ci facciamo una gustosa granita dissetante, anche oggi il sole è forte e la granita è il top, quattro chiacchiere e poi via, attraversando a pineta, per Porto Corsini, quattro km più sotto. Là ci si incontra, per pranzo, con Roberto e Giovanni, altri amici di Francesco incontrati addirittura in Colombia, e che non vedeva da un anno e mezzo. Anche loro sono gentilissimi e tra spaghetti alle vongole e tagliatelle al ragù (il pese è nemico di Francesco), frittura e roast beef, vinello, risate e tante storie, tre ore passano velocissime.
Decisamente appesantiti, si riparte per Rimini, ma bisogna fare un po' le corse, è già età pomeriggio e a Rimini vogliamo arrivare non troppo tardi. Il problema è nuovamente la statale, troppo grande, e tentiamo di fare di tutto per evitarla. Fino a Ravenna si riesce a pedalare per strade alternative, ma dall'abbazia di Sant'Apollinare in Classe, capolavoro paleocristiano vicino alla città, bisogna pedalare per l'Adriatica, fino a Lido di Classe, passando per campi di girasole e macchine velocissime.
Da Lido di Classe lasciamo l'Adriatica, ma è un agonia passare per i paesetti sulla costa, praticamente una lunghissima fila di case fino a Rimini, per stradine che fanno zig zag in continuazione. Almeno, c'è da apprezzare la fauna locale, è pieno di dighe... evviva l'idrografia! A Gatteo a Mare salutiamo il padre di un vecchio amico di Tommaso, conosciuto quando lui andava in vacanza nella zona ormai 15 anni fa, e poi praticamente parte una cronometro per raggiungere Rimini, difficile da raggiungere anche per causa del vento contro che ormai soffia da più di un'ora.
Raggiunta Rimini veniamo sorpresi dalla bellezza della città: oddio, non che sia un capolavoro urbanistico, ma per come ce la ricordavamo, ci ha stupiti, con le sue vestigia romane, le piazze e le chiese. La tappa non è ancora finita, bisogna raggiungere la casa di Carlotta, sulle colline di Rimini, anche questa una zona a noi sconosciuta ma estremamente bella e a due passi dal centro. Le salite delle collinette sono assassine, soprattutto dopo 130 km, ma il panorama da lassù, con il tramonto, è fantastico, ed è un assaggio di ciò che troveremo nei prossimi giorni, ovvero le colline e le montagne dell'Appennino.
Carlotta, la piccola Matilde e la mamma Egle ci accolgono regalmente nella loro casa, e noi divoriamo tutto quello che abbiamo di fronte, come se non avessimo mangiato da giorni. Le chiacchiere sono molte, ma dopo un po' gli occhi si fanno pesanti e l'ora del letto arriva troppo in fretta: bisogna riposare, domani il gioco comincia a farsi serio, cominciano gli Appennini.


Con Luca, Lorenzo e Giulia in spiaggia!


Pescador!


Sant'Apollinare in Classe


Girasoliiiiiiii!!!!


Il ponte romano di Rimini

Tappa 06 - Chioggia - Lido di Volano

LA VIA DEI FIUMI - Tra le valli e la foce del Po

Chioggia - Lido di Volano: 110 km

Miracolo! Nessuna zanzara è riuscita a beccarci nella notte di Chioggia! Usciamo incolumi dalla città, e l'obiettivo è zero Romea. e ce la facciamo per quasi tutto il tracciato, anche attraversando il ponte del treno (da veri cretini!), ma un paio di km dobbiamo affrontarli, fino alla deviazione per Porto Levante. Siamo già nel rovigotto, e la zona è come quella che si ha nell'immaginario collettivo: la bassa, infinita, pianura, attraversata da fiumi e canali, solo che non vediamo molte zanzare (come dice Damiano, fratello di Francesco, le zanzare non possono beccare chi va a più di 3  km all'ora) e neppure la nebbia (fuori stagione, ovviamente). Ovvio, comunque, che sia così, perchè oltre al Brenta, che sfocia vicino a Chioggia, qua sfociano anche il Bacchiglione, l'Adige e il Po. Invece, a contrario di quella che si pensa normalmente, la zona è molto interessante, ed è perfetta da fare in bicicletta: tante piccole stradine con poche macchine, tanta natura, uccelli, paesini di pescatori e vongolai. A Porto Levante pedaliamo per qualche km con Andrea, che vive li vicino, che ci porta per dei sentieri sterrati che ci evitano parecchia strada, e ci delizia con la sua buona compagnia, fino al piccolo villaggio di Boccasette.
A Boccasette facciamo una piccola pausa, giusto per incontrare il buon Michele, che di lavoro fa il gelataio a domicilio, vendendo gelato con il suo camioncino per tutto il delta: anche lui è una di quelle persone che si è appassionata al Grande Giro d'Italia, e ci regala un paio di gelati, una benedizione sotto il sole del delta (di alberi non ce ne sono molti...). La strada continua, senza molti cambiamenti, tra aironi e sparvieri, canneti e campi di grano, fino a Scardovari, uno dei centri più grandi del delta, dove troviamo finalmente degli alberi che ci fanno ombra almeno per il pranzo.
Da li tagliamo per la Sacca degli Scardovari, una baia affascinante sulla quale i pescatori hanno costruito le loro piccole casette di legno, come un piccolo villaggio galleggiante. Avanziamo lentamente, come se seguissimo il ritmo della vita del luogo, dove sembra che le cose non siano cambiate da decenni. Passiamo per l'epica località di Gnocchetta, passando per un paio di ponti "mobili", fatti con le barche, sui quali scambiamo quattro chiacchiere con i controllori del ponte, che ci fanno divertire con il loro accento rovigotto.
Si decide di tagliare la tappa e non passare per l'abbazia di Pomposa, e seguiamo una ciclabile che porta fino a Lido di Volano, passando per il selvaggio Bosco della Mesola e per la pineta, su una strada sterrata e sabbiosa che fanno temere il peggio alla bici (da corsa) di Francesco. A Lido di Volano arriviamo verso sera, e dopo esserci sparati un melone riceviamo la chiamata di un amico di Tommaso, che ci informa che il giorno seguente sarebbe venuto a pescare nella zona, e che noi avremmo potuto piantare la nostra tenda nella rimessa nautica dove lasciava la barca. Ottimo, c'è anche la doccia e non c'è niente di meglio che una doccia calda a fine tappa!


Porto di pescatori sul delta del Po


Infinite, lunghe, dritte strade


Edifici abbandonati nel mare...


Il Pollo Paul è un intenditore!


La bellissima pineta vicino a Lido di Volano


Tappa 05 - Pordenone - Chioggia

ROMEA, PERCHE' SEI TU ROMEA! - Dalla pianura al mare

Pordenone - Chioggia: 134 km

Pordenone la lasciamo con un gran sorriso stampato in faccia: per il gran sole che illuminava tutta la regione (e dopo la pioggia del giorno prima, è una benedizione), e per la compagnia di Muriel, che ci prepara una colazione reale che ci da un sacco di energie.
La strada è facile, dritta, piana, un po' troppe macchine, ma per i primi kilometri si viaggia a ritmi da Giro (quell'altro), fino ad arrivare in Veneto. L'amato Veneto, si ritorna in patria! Sventolano bandiere del Leone di San Marco ovunque e si scherza sui magnaschei e l'indipendentismo della regione... Il primo pit stop lo facciamo a Portobuffolè, una sorpresa, visto che non sapevamo niente di questo paesetto, che invece merita:  piccolino, possiede un bel centro medievale, attorniato da mura, con case in tipico stile Repubblica di Venezia.
Si prosegue sempre senza pause, anche perchè le strade grandi e le macchine che ti passano accanto fanno aumentare il ritmo del viaggio, fino a Roncade, dove ci fermiamo per il brunch. Eh si, anche se si mangiano due etti di pasta a colazione, dopo due ore e mezza la fame ritorna, puntuale come una fame svizzera. Approfittiamo della pausa pane e marmellata per visitare il castello, giusto quando viene assalito da orde barbariche di turisti stranieri. Non abbiamo neanche il tempo di ripartire che dei simpatici roncadesi dalla parlata veneta stretta ci offrono un  caffè al bar, interessati (o impietositi?) per il Grande Giro d'Italia.
La strada prosegue tra ettari ed ettari di campi, fino ad arrivare al mostro chiamato Mestre. La città è grande, e nonostante le ciclabili, non è per niente facile uscirne, tra palazzoni inguardabili, traffico, strade brutte e grandi. Il sud di Mestre è una specie di Bronx, industrie da tutte le parti, prostitute ai lati, polvere, e l'inizio della strada più brutta del Veneto, la Romea che collega Mestre a Chioggia, una specie di tangenziale con camion che sfrecciano vicino alle nostre biciclette.
La Romea la seguiamo per qualche km, teniamo i 35 per sfuggire dalla grande strada, finchè arriviamo finalmente  ad un ponte che attraversa il canale che costeggia la Romea. Fortunatamente dall'altro lato c'è una specie di ciclabile, e da li cominciamo a prendercela con calma, estrema calma, godendoci le stradine che poi deviano verso paesini perduti nella campagna, dalla tranquilla atmosfera bucolica. In uno di questi, Codevigo, arriviamo decisamente affamati, facciamo per entrare in un panificio e il proprietario Otello ci prende in simpatia da subito: lui, appassionato di mountain bike, finisce per offrirci dei panini con la soppressa e del the fresco, e soprattutto tanta simpatia e buone parole, e alcuni consigli per evitare la brutta Romea.
Per arrivare a Chioggia seguiamo delle stradine quasi a senso unico che costeggiano i canali, dalle quali possiamo apprezzare la campagna circostante, che cambia colore man mano che il sole scende, fino ad assumere toni sempre più caldi.
A Chioggia ci arriviamo abbastanza tardi, verso le 8, ma ci godiamo la città, anche lei una bella sorpresa, una sorta di piccola Venezia, con i ponti, i canali, l'odore di pesce, il bizzarro accento chioggiano (Cioooooosa), mancano solo le gondole e le migliaia di turisti... Dopo una cena stile Lidl sull'ultimo ponte di fronte al mare, ce ne andiamo a cercare un posto dove dormire. Ne troviamo uno dietro ad una chiesa della periferia di Chioggia, un campetto dove il sacerdote locale ci da il permesso di mettere la tenda. Tra l'altro il giorno dopo ci sarà la sagra locale, e sarà forse per questo che il sacerdote non si interessa molto a noi, però ci pare un po' scontrosetto.... mah... Invece, i due ragazzi che lavorano per la sagra sono molto più gentili e ci offrono pure un delizioso gelatino. Comunque, l'area di Chioggia è abitata da migliaia di migliaia di zanzare, e noi ci rifugiamo in tenda, con la speranza di non svegliarci con centinaia di bubboni da puntura...


Castello di Roncade


Panorama dalla Romea


Le stradine vicino ai canali


Il pollo Paul sembra dire a Chioggia "El canaaal se m'ha sugà el canal!"


L'altra Venezia...

mercoledì 25 giugno 2014

Tappa 04 - Tolmezzo - Pordenone

GOCCIA DOPO GOCCIA - Dalla Carnia alla pianura sotto l'acqua

Tolmezzo - Pordenone: 90 km

Andare a letto con la pioggia, e addormentarsi sperando che il giorno dopo faccia bello. La sveglia suona, apri un occhio e vedi grigio, ne apri due, e rimane grigio. Ti avvicini alla finestra, sposti la tenda e vedi ciò che non volevi vedere dalla sera prima: piove ancora...
E vabbè, prima o poi doveva piovere, ci è andata di lusso per due giorni, anche questo fa parte del gioco e una bella tappa di pioggia risulta sempre più epica! Fortunatamente i km da affrontare non sono molti, e anzi, sono meno dei 104 previsti. Roberto infatti ci consiglia di passare per delle strade meno trafficate e con dei paesaggi più carini, che ci portano ad eliminare Udine dal nostro tragitto. Sarà per la prossima...
I primi km si pedala forte per scaldarci, siamo al 25 di giugno ma sembra di essere a fine ottobre, l'aria di montagna raffredda la pioggia e le nuvole rattistano l'animo. La stradina si insinua tra le montagne per sbucare al Lago di Cavazzo, che d'estate dev'essere meta di molti friulani... Ci becchiamo la prima "grande" galleria del viaggio, 500 mt che tagliano la montagna del lago, fortunatamente ben illuminata, ma è comunque una strana sensazione viaggiare in un tunnel abbastanza scuro in bicicletta. Si viaggia nelle strade del mitico Bottecchia, ciclista della zona che ha fatto la storia nel Giro e nel Tour de France: siamo dei degni eredi??
Dopo il lago cominciano una quindicina di km di vero spettacolo. Il primo capolavoro di Madre Natura è il selvaggio fiume Tagliamento, che noi seguiamo sulla riva sinistra, tanto grande da sembrare un lago, ma anche molto pietroso: le montagne sullo sfondo sono una favola. La seconda opera maestra di Madre Natura è il laghetto di Cornino, con un'acqua color turchese da film, sul quale svolazzano falchetti ed altri rapaci in cerca di preda. Il Pollo Paul li richiama, ma rimane ben vicino a Francesco.
La pioggia cala d'intensità, e dal lago di Cisternino proseguiamo in direzione di San Daniele del Friuli, arroccato in cima ad una collina e famoso per i suoi prosciutti crudi pregiati. Il paesetto è carino ma non troppo, invece la prelibatezza suina è di nostro estremo gradimento! Prima ci facciamo fare un panino nel bar Friuli, dove il cliente più giovane aveva 60 anni e i goti andavano giù che era un piacere, poi, chiedendo informazioni al postino Enore, finiamo con lui, entusiasmato dalla nostra impresa, in un altro locale, dove beviamo un Tocai e dell'altro ottimo prosciutto, tagliato finemente e che si scioglieva in bocca. Bello incontrare gente così ospitale nel cammino!
Da San Daniele spingiamo a tutta fino a Spilimbergo, conosciuto come il paese dei mosaici, attraversando nuovamente il Tagliamento su un lunghissimo ponte. Spilimbergo piace di più di San Daniele (ma non c'è il prosciutto), ci sono molte strade porticate, case affrescate, una chiesa molto carina e una specie di castello con altre case affrescate. Per essere il paese dei mosaici, non ne abbiamo visti molti, invece nel seguente Tauriano ne troviamo molti di più, anche di molto belli.
La giornata si fa più bella, la pioggia finisce e appaiono i primi raggi di sole, siamo in mezzo alla campagna, tra mele e uva, piccoli paesetti e poche macchine, un sacco di militari in esercitazione (Aviano è vicina) e tante manifestazioni d'affetto verso gli alpini (un mese fa c'è stata l'adunata degli alpini). Pian pianino arriviamo a Pordenone, dove ci troveremo con Muriel, un'amica di Francesco che non vedeva da troppo tempo. Il centro della città è carino, la chiesa principale si raggiunge da una bella via tutta porticata (si vede che siamo sempre più vicini al Veneto...), con Muriel visitiamo un po' prima di andare a farci la sacra doccia che tutti i mali porta via!
Ne approfittiamo per comprare un caschetto, che Tommy ancora non aveva (eretico!) e delle calze, aperitivo con Argentina – Nigeria (vinta dall'Argentina 3 a 2, con un gioco velocissimo e decisamente meno soporifero di quello dell'Italia), e infine finiamo la serata nella sagra del fritto di Cordenons, tra una banda di musica popolare, goti, allegria e finalmente tanta, tanta, appetitosa, santissima polenta, nostro desiderio già dal passo Mauria! Mentre intanto fuori diluvia, come sempre in questi giorni. Con Muriel e Giorgio sono risate e buon umore, che ci accompagnano fino a notte: prima di andare a letto, una speranza... speriamo che domani non piova!


Il Tagliamento, grande come un lago


Il pollo Paul rimane a becco aperto nel lago di Cornino


Due leoni! A Spinimbergo


Mosaici tauraniensi


Pordenone

Tappa 03 - Belluno - Tolmezzo

IL PRIMO PASSO - Il Piave e il passo Mauria

Belluno - Tolmezzo: 118 km

Dopo la battaglia di Belluno della notte, il timore di alzarsi e trovare Belluno ancora mezza inondata d'acqua era decisamente elevato, ma, ancora una volta, la dea bendata ha guardato in basso, scaraventandoci addosso un sacco di raggi di sole. Si vedevano addirittura le montagne! Comunque, il rischio di un temporale in tarda mattinata e nel pomeriggio è altino, tutti i meteo lo confermano, e allora decidiamo di modificare la tappa: invece di passare per la diga del Vajont e farci tre montagne medie in 139 km, optiamo per il passo Mauria, di 1300 metri, ma dal kilometraggio meno elevato. E partire presto, per sventare il probabile acquazzone pomeridiano, oltre che per vedere Italia - Uruguay, programmata per le 6. Insomma, siamo ciclisti ma pur sempre amanti del calcio!
Allora, dopo due etti di pasta, si saluta Sara e via, in direzione delle montagne! La strada all'inizio non è per niente bella, un sacco di macchine e camion, ma è anche l'unica, e il paesaggio attorno a noi ripaga il fatto di essere in mezzo al traffico: belle montagne verdi si elevano ai due lati della valle, e laggiù il Piave, colorato di un bell'azzurro. Dopo Longarone, dove avvistiamo la famosa diga del Vajont, il traffico diminuisce, le macchine preferiscono la nuova strada mentre noi pedaliamo sulle vecchie strade statali ormai non utilizzate da nessuno, che seguono il fiume a valle, dominate da minacciose montagne dentellate da guglie aguzze. La strada sale, poco poco, ma sale, e si sente, ma le gambe girano bene, e la fatica del giorno prima non si fa sentire. Sarà per gli etti di pasta, le banane e il caffè, na bomba...
Le pendenze si fanno più importanti avvicinandosi a Pieve di Cadore, eh si, la montagna vera e propria ha inizio li, ma almeno la vista della valle dall'alto ripaga la fatica. Peccato per le macchine, che non passano per il viadotto, oggi chiuso. Arrivati a Sottocastello si intravede già il lago di Centro Cadore, in verità uno sbarramento artificiale, sulla quale riva sinistra i paesi sono cresciuti come pomodori ogm, con relativo aumento di traffico. Bellissime comunque le montagne sullo sfondo. Dopo qualche km si passa il Piave sul lato destro ed è da li che comincia la salita per il passo Mauria, da 750 mt si dovrà raggiungere 1300 mt, non molto dislivello in verità, ma è l'ora di drogarsi per bene, e allora giù di arequipe (o dulce de leche o manjar blanco) e latte condensato, che ci ha regalato Sara, provenienti dalla sua cognata colombiana: adesso capiamo come possa aver vinto Quintana il Giro d'Italia...
La salita è dolce, pendenza media del cinque per cento, e le nuvole non sembrano ancora minacciose, rimangono distanti, e quindi la prendiamo con relativa calma. Si passa anche il paese di Lorenzago, luogo di villeggiatura dei papi, poi sono solo qualche casa sparsa, tornanti e boschi. Il passo è presto conquistato, e dopo qualche boccone di pasta in cima, tra le case per i turisti semi abbandonate, incontriamo il buon Giuseppe, ciclista-camminatore e gestore di un negozio di abbigliamento sportivo, che si appassiona al nostro giro tanto da volercelo "pubblicizzare" sulla pagina FB del negozio: saremo presto famosi??
Fa freschetto, e le nuvole si fanno più minacciose, quindi mantellina e giù per la discesa, facile e veloce, intervallata da qualche puntaretta che spezza il ritmo. Si passa anche per le vecchie strade che costeggiano la montagna, evitando le galleria, e per una di queste raggiungiamo il Passo della Morte, un tunnel in pavè dove le truppe austriache vennero fermate dai Carsi. Eh si, perchè siamo già in Friuli, già dalla passo Mauria! Una nuova regione conquistata! In discesa, poi, in lontananza vediamo un altro ciclista da lunga distanza, e ci fermiamo per salutare: lui è Pierre, francese di Bordeaux, in viaggio dalla Moldavia e diretto al sud Italia, una persona molto interessante e dallo spirito libero: non siamo solo noi i matti... Si passa anche per Ampezzo, capitale della repubblica libera della Carnia dal 1944 al 1994... o almeno così dice il cartello!
Arrivare a Tolmezzo è facile, tutta discesa meno gli ultimi 7 km, ed anche se abbiamo fame riusciamo ad arrivare in tempo a Tolmezzo. In tempo per trovarci con Roberto, il nostro couchsurfer che ci ospiterà per la serata, e per la partita!
Beh, la partita finisce male, Italia fuori, ma la serata con Roberto e i suoi amici è puro divertimento, tra Tocai e birrette al bar della partita, seguite da spaghettata, una suonatina e canti molisiani (a Tolmezzo??) a casa: questi tolmezzani sono proprio gente simpatica, ma sarà il vino che scorre abbandontante nelle vene a renderli così?
La fortuna, come capitato fino ad adesso, è dalla nostra parte, e in serata viene giù un brodo imperiale, una pioggia amazzonica che rende il clima di Tolmezzo decisamente fresco, se non freddo. Speriamo che domani faccia più bello, la tappa sarà breve, ma farsela sotto la pioggia no, non lo vogliamo!


La statale che va verso Pieve di Cadore


Affiancando il fiume per la strada vecchia, il pollo Paul rimane estasiato dalla bellezza del luogo


Che brutte strade...


Bombetta calorica prima di affrontare il passo!


Il passo Mauria

Tappa 02 - Trento - Belluno

LE PRIME ALPI - Tra i monti seguendo il Brenta

Trento - Belluno: 132 km

Prima regola: andare a letto presto il giorno prima, senno` il risveglio zombie e`assicurato... come a noi due, novelli morti che camminano biciclettando.
La pioggia è durata solo una notte e la vista panoramica mattiniera di Trento dalla casa di Chiara è illuminata da un bel sole, ed il cielo è limpido. Dopo la colazione e le spiegazioni per uscire da Trento per andare in direzione Valsugana, salutiamo la gentile Chiara, scendiamo a Trento, passiamo davanti al castello del Buonconsiglio e cominciamo ed affrontiamo le prime rampe per uscire dalla città.
In teoria dovrebbe essere facile uscire da una piccola città come Trento, invece le gallerie spuntano come funghi, e visto che in Trentino i funghi sono molti, pure le gallerie! Con qualche difficoltà riusciamo a trovare le strade che le evitano (l'atlante del 93 è un po' vecchiotto e le strade nuove non sono del tutto segnate), ma riusciamo a raggiungere la cima del colle, godere della vista sulle valli vicine e riprendere la discesa verso la Valsugana. Chiedendo informazioni facciamo conoscenza di Paolo, ciclista settantenne che in vita ha macinato centinaia di migliaia di km, con imprese tipo la coast to coast negli USA, la Trento - Reggio Calabria in sette giorni, giri di vari paesi... e il giorno prima si era fatto appena 200 km: a settant'anni, chapeau! Noi ci sentiamo piccoli piccoli, e ci sembra che il nostro Grande Giro d'Italia alla fine non è poi così grande.
In Valsugana le stradine si snodano tra i vigneti e i ciliegi: le ciliege sono grosse come mele, tra le migliori che ho mangiato quest'anno. Il lago di Caldonazzo, affollato di gente spapparanzata a prendere il sole, è molto bello, e si apprezza di più seguendo la ciclabile, che lo affianca. La ciclabile poi segue il fiume Brenta, tra i soliti vigneti, paesini carini (Borgo Valsugana), bicigrill, e le alte montagne che lo circondano. Le altitudini non sono elevate, circa 300-400 metri, ma il clima è di montagna, e non fa molto caldo.
A Primolano lasciamo la ciclabile per raggiungere la strada che va a Feltre e Belluno, e lo facciamo affrontando le leggendarie Scale, che costarono a Fausto Coppi un giro d'Italia. In pochi tornanti si sale di 200 metri, la vista sulla valle è stupenda, ma è la stessa strada molto interessante, affiancata da resti di fortini. Ad Arsiè, quando le pendenze si fanno meno importanti (anzi, è discesa!) ci incontriamo con il simpatico geologo Mirko, conosciuto virtualmente sul mitico sito salite.ch (fondamentale per sapere tutto sulle salite), che ci accompagna gentilmente fino a Belluno, per strade meno trafficate, facendoci da cicerone in maniera impeccabile, oltre a farci riposare, visto che è stato lui a tirare tutto il tempo. Il tempo è decisamente meno bello, i nuvoloni grigi non promettono niente di buono, e anche le strade purtroppo risultano decisamente trafficate, ma riusciamo a scamparla bene, arrivando a Belluno senza prenderci la pioggia. Passiamo prima per Limana, il paese di Mirko, famoso per la sua produzione di miele, purtroppo messa in pericolo dai nuovi campi di uva per il prosecco: le api infatti scapperebbero per i prodotti usati nei vigneti.
Belluno non è male, anzi, sembra un grande paesotto, arroccato su una collina, e dopo una birretta con Mirko, ci salutiamo e andiamo in direzione della casa di Sara, la couchsurfer che ci ospiterà. Lei è un fiume di parole, una ragazza alla buona, vicentina alpina che presta servizio proprio a Belluno, e tra risate e una pasta imperiale cominciano a scendere le prime gocce: ancora una volta abbiamo avuto fortuna, la pioggia arriva solo a fine tappa!
La notte però è da paura... alle 3 comincia la battaglia di Belluno, dei botti da paura, come dei cannoni, tuoni fortissimi che fanno tremare la casa e che ci tengono svegli. Domani non sarà facile pedalare, il meteo dice pioggia, e noi non abbiamo voglia di beccarci un temporale in quota. Si vedrà... nel caso, si modificherà la tappa...


Lago di Caldonazzo, con il pollo Paul a osservare le pollastrelle che prendono il sole


Borgo Valsugana, che fu parte della Repubblica di Venezia


La ciclabile del Brenta


Le rampe delle Scale, Tommy ad affrontare i primi tornanti


Belluno

domenica 22 giugno 2014

Tappa 01 - Verona Trento

ADIGE HIGHWAY - Bici, vigneti e il fiume

Trento - Verona: 110 km

E la prima è fatta!
Con un ovvio ritardo sudamericano a causa di una strepitosa colazione iperenergetica (giusto 45 minuti dal tempo accordato...), siamo riusciti a partire da Villa Vese in direzione del ponte di Corso Milano, dove Valentino (Pi) ci aspettava da non poco: le ragnatele l'avevano quasi interamente coperto e una folta barba lo rendeva quasi irriconoscibile ai nostri occhi. Il Pi è il quarto eroe della giornata (quinto, se si considera il Pollo Paul), radiografo (o radiologo?) sportivo, kendonista, camminatore, kitsurferista e oggi ciclista, oltre che compagno viaggiatore in qualche selvaggia destinazione.
Dopo qualche perla di storia dell'arte per Tommaso, al quale vengono decantate le opere del grande architetto Michele Sammicheli di San Michele, e della sua importanza a livello mondiale, ci siamo lasciati alle spalle le case di Verona, per imboccare la ciclabile, che non lasceremo per ben 100 km! Benedetta da un clima fresco (ma un po' nuvoloso), la ciclabile ci porterà ad apprezzare la località del Chievo e il leggendario bar dei Mussi Volanti, e soprattutto il bel panorama che si ha sulla Valpolicella dal canale Biffi, soprattutto dopo aver passato Bussolengo. La tappa è pianeggiante e piacevole fino a Rivoli, dove la Valpolicella lascia spazio alla Valle dell'Adige, passando da un vino rosso a uno bianco con una salitina piazzata lì malvagiamente, tanto per ricordarci che siamo vicini al Trentino e alle Alpi.
Dopo qualche lezione di alta cucina veronese a Tommaso, le visioni dei vari forti della Valle dell'Adige (Rivoli e Monte) e dell'affascinante Madonna della Corona, incastonata sulla montagna, il passaggio a fianco della leggendaria salita Peri - Fosse, qualche problema tecnico risolto dal meccanico Vese sulla bicicletta di Francesco (portapacchi ballerino, salsa e tango...), si arriva al primo grande pit stop della giornata al bel bicigrill Ruota Libera di Avio. Cioè, in Trentino ci sono i bicigrill! Piccoli paradisi a servizio del ciclista. Questo, tra l'altro, con vista sul castello di Avio, resa ancor più piacevole dalla compagnia dei gestori del locale, interessatissimi al nostro giro. Tra l'altro, cominciamo a collezionare dialettismi vari: in Trentino bambino o ragazzo si dice popo o popa... Si aggiunge ai vari gnari, butei,  fioi, tosi, bocia ecc...
La ciclabile segue l'Adige, ora sulla riva sinistra, ora sulla destra, o affiancando i canali, serpeggia tra i vigneti della valle, spettacolari (a settembre dev'essere ancora meglio!), andando su e giù, a destra a sinistra, come se avessero lasciato el porsel a fare la strada, come direbbe Isi (il papà di Francesco). Il tempo migliora e il sole si presenta sempre più spesso tra  le rade nuvole, e l'Adige assume un colore più blu, mentre la ciclabile si popola di una fauna femminile di una certa qualità: il Gewurtztraminer farà bene! E' un piacere pedalare qua, niente macchine, castelli e natura, anche se Valentino soffre un po' per qualche acciacco di troppo (comunque, per essere la sua prima uscita stagionale, ottima prestazione!), ma comunque, dopo 110 km, si riesce a raggiungere Trento, la terra promessa di oggi! La piazza principale della città è uno spettacolo, fontana, chiesa, case affrescate e strade acciottolate, ma spettacolare è anche la birretta rigenerante, il giusto premio a finale di tappa! Dopo profonde meditazioni luppolose, ci si trova con la simpatica sivigliana Ana Lucia, amica del Vese, incontrata a caso dopo il suo viaggio a Santiago: altre storie che si incrociano, fatte di servizio civile, au pair, Perù e molto altro...
Dopo una breve visione delle gara sulle zattere dei trentini sull'Adige, delle gocce di pioggia e delle minacciose nubi all'orizzonte portano il gruppo a separarsi: il Vese e Valentino andranno verso la stazione dei treni, per tornare a Verona, mentre Francesco e Tommaso affronteranno le ultime rampe per raggiungere la casa di Chiara, amica di amici di amici di amici all'ennesima potenza. Altra viaggiatrice giramondo (Australia, Nuova Zelanda, USA, India, Forlìland...), con mille storie da raccontare e mille progetti, ci accoglie benissimo, con delle rifocillanti trofie al pesto (lei è genovese, ma senza braccine corte!), che seguono una rilassante doccia che ci mette in pace che noi stessi... tanta pace che adesso potrei anche addormentarmi mentre scrivo sulla tastieraòlesdkfò scx.,x zzzzzzzzzzzz.....


 Il Pollo Paul ammira dall'alto la Valle dell'Adige, ridando appuntamento per settembre


 Le massime del bicigrill


Formazione a tre, Francesco, Valentino e Francesco, tra i vigneti della Valle dell'Adige


La piazza principale di Trento, con un assetato Pollo Paul


La meritata birretta di fine tappa, con Tommy e Vese che discutono di tauromachia

Partenza!

Si parte, finalmente!
Dopo un tappone nell'afosa Pianura Padana, attraversando paesini dimenticati da Dio, lottando contro le zanzare mantovane, passando il Po per avvicinarsi quindi alle montagne, venerdì Tommaso ha raggiunto Francesco a Verona. Giusto in tempo per un'ingloriosa Italia - Costa Rica, con il gioco degli azzurri a tratti imbarazzante, e per una serale partita a calcetto, con sprazzi di gioco degni appunto della migliore Costa Rica!
Il giorno dopo, riposo e organizzazione, si fanno gli ultimi acquisti, le biciclette vengono testate, prova strumenti musicali e serata alla mitica Sagra di San Michele, a salutare gli amici del quartiere e rifocillarsi con risotto al tastasal e pastisada con polenta, annaffiati da prosecco e dalla classicissima spuma.
Appuntamento di fronte alla casa di Francesco (Vese): ci accompagnerà per tutta la prima tappa, in compagnia di Valentino (Pi), che ci raggiungerà a Chievo.
Che l'avventura abbia inizio!


Tommy, Francesco e Francesco (Vese) alla partenza, capeggiati dal Pollo Paul!

venerdì 13 giugno 2014

Le Date e il Tragitto

Ecco qua le tappe, giorno per giorno, con la mappa di Google Maps! Che noi non useremo, siamo atlante stradale-muniti...
I colori sono per ricordarci dove soffriremo... Verde - tappa facile; arancione - tappa insulti e imprecazioni; Rosso - tappa con apparizione (per allucinazioni) della Madonna sulla salita...

22 giugno Verona - Trento   Tappa 1
23 giugno Trento - Belluno   Tappa 2
24 giugno Belluno - Tolmezzo   Tappa 3
25 giugno Tolmezzo - Pordenone   Tappa 4
26 giugno Pordenone - Chioggia   Tappa 5
27 giugno Chioggia - Lido di Volano   Tappa 6
28 giugno Lido di Volano - Rimini   Tappa 7
29 giugno Rimini - Urbino   Tappa 8
30 giugno Urbino - Muccia   Tappa 9
01 luglio Muccia - Vallo di Nera   Tappa 10
02 luglio Vallo di Nera - Rieti    Tappa 11
03 luglio Rieti - Mascioni   Tappa 12
04 luglio Mascioni - Caramanico Terme   Tappa 13
05 luglio Caramanico Terme - Pietrabbondante   Tappa 14
06 luglio Pietrabbondante - Ururi    Tappa 15
07 luglio Ururi - Peschici   Tappa 16
08 luglio PAUSA
09 luglio Peschici - Trani   Tappa 17
10 luglio Trani - Martina Franca   Tappa 18
11 luglio Martina Franca - Matera   Tappa 19
12 luglio Matera - Lago di Camastra   Tappa 20
13 luglio Lago di Camastra - Roccadaspide   Tappa 21
14 luglio Roccadaspide - Palinuro   Tappa 22
15 luglio Palinuro - Viggianello   Tappa 23
16 luglio Viggianello - San Marco Argentano   Tappa 24
17 luglio San Marco Argentano - Lago d'Arvo   Tappa 25
18 luglio Lago d'Arvo - Tropea   Tappa 26
19 luglio Tropea - Messina   Tappa 27
20 luglio Messina - Rifugio Sapienza   Tappa 28
21 luglio Rifugio Sapienza - Siracusa   Tappa 29
22 luglio Siracusa - Noto   Tappa 30
23 luglio PAUSA
24 luglio Noto - Lago di Ogliastro   Tappa 31
25 luglio Lago di Ogliastro - Cefalù   Tappa 32
26 luglio Cefalù - Palermo   Tappa 33
27 luglio Cagliari - Sant'Antioco   Tappa 34
28 luglio Sant'Antioco - Nuragus   Tappa 35
29 luglio Nuragus - Ottana   Tappa 36
30 luglio Ottana - Sassari   Tappa 37
31 luglio Sassari - Santa Teresa Gallura   Tappa 38
01 agosto Santa Teresa Gallura - Olbia   Tappa 39
02 agosto Civitavecchia - Bolsena   Tappa 40  
03 agosto Bolsena - Abbazia di San Galgano (Chiusdino)   Tappa 41
04 agosto Abbazia di San Galgano - Lido di Camaiore   Tappa 42
05 agosto Lido di Camaiore - Sestri Levante   Tappa 43
06 agosto Sestri Levante - Albenga   Tappa 44
07 agosto Albenga - Alba   Tappa 45
08 agosto Alba - Torino   Tappa 46
09 agosto Torino - Colle Nivolet   Tappa 47
10 agosto Colle Nivolet - Biella   Tappa 48
11 agosto Biella - Locarno   Tappa 49
12 agosto Locarno - Sondrio   Tappa 50
13 agosto Sondrio - Silandro   Tappa 51
14 agosto Silandro - Molveno   Tappa 52
15 agosto Molveno - Verona   Tappa 53