domenica 29 giugno 2014

Tappa 06 - Chioggia - Lido di Volano

LA VIA DEI FIUMI - Tra le valli e la foce del Po

Chioggia - Lido di Volano: 110 km

Miracolo! Nessuna zanzara è riuscita a beccarci nella notte di Chioggia! Usciamo incolumi dalla città, e l'obiettivo è zero Romea. e ce la facciamo per quasi tutto il tracciato, anche attraversando il ponte del treno (da veri cretini!), ma un paio di km dobbiamo affrontarli, fino alla deviazione per Porto Levante. Siamo già nel rovigotto, e la zona è come quella che si ha nell'immaginario collettivo: la bassa, infinita, pianura, attraversata da fiumi e canali, solo che non vediamo molte zanzare (come dice Damiano, fratello di Francesco, le zanzare non possono beccare chi va a più di 3  km all'ora) e neppure la nebbia (fuori stagione, ovviamente). Ovvio, comunque, che sia così, perchè oltre al Brenta, che sfocia vicino a Chioggia, qua sfociano anche il Bacchiglione, l'Adige e il Po. Invece, a contrario di quella che si pensa normalmente, la zona è molto interessante, ed è perfetta da fare in bicicletta: tante piccole stradine con poche macchine, tanta natura, uccelli, paesini di pescatori e vongolai. A Porto Levante pedaliamo per qualche km con Andrea, che vive li vicino, che ci porta per dei sentieri sterrati che ci evitano parecchia strada, e ci delizia con la sua buona compagnia, fino al piccolo villaggio di Boccasette.
A Boccasette facciamo una piccola pausa, giusto per incontrare il buon Michele, che di lavoro fa il gelataio a domicilio, vendendo gelato con il suo camioncino per tutto il delta: anche lui è una di quelle persone che si è appassionata al Grande Giro d'Italia, e ci regala un paio di gelati, una benedizione sotto il sole del delta (di alberi non ce ne sono molti...). La strada continua, senza molti cambiamenti, tra aironi e sparvieri, canneti e campi di grano, fino a Scardovari, uno dei centri più grandi del delta, dove troviamo finalmente degli alberi che ci fanno ombra almeno per il pranzo.
Da li tagliamo per la Sacca degli Scardovari, una baia affascinante sulla quale i pescatori hanno costruito le loro piccole casette di legno, come un piccolo villaggio galleggiante. Avanziamo lentamente, come se seguissimo il ritmo della vita del luogo, dove sembra che le cose non siano cambiate da decenni. Passiamo per l'epica località di Gnocchetta, passando per un paio di ponti "mobili", fatti con le barche, sui quali scambiamo quattro chiacchiere con i controllori del ponte, che ci fanno divertire con il loro accento rovigotto.
Si decide di tagliare la tappa e non passare per l'abbazia di Pomposa, e seguiamo una ciclabile che porta fino a Lido di Volano, passando per il selvaggio Bosco della Mesola e per la pineta, su una strada sterrata e sabbiosa che fanno temere il peggio alla bici (da corsa) di Francesco. A Lido di Volano arriviamo verso sera, e dopo esserci sparati un melone riceviamo la chiamata di un amico di Tommaso, che ci informa che il giorno seguente sarebbe venuto a pescare nella zona, e che noi avremmo potuto piantare la nostra tenda nella rimessa nautica dove lasciava la barca. Ottimo, c'è anche la doccia e non c'è niente di meglio che una doccia calda a fine tappa!


Porto di pescatori sul delta del Po


Infinite, lunghe, dritte strade


Edifici abbandonati nel mare...


Il Pollo Paul è un intenditore!


La bellissima pineta vicino a Lido di Volano


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