lunedì 4 agosto 2014

Tappa 31 - Grammichele - Villapriolo

NEL CENTRO DELLA SICILIA - Feste popolari e capoluoghi altissimi

Grammichele - Villapriolo: 104 km

Enna! Famosa per la E, cioè, quando devi dire E dici E di Enna, mica di Empoli o di Eraclea... Ma anche famosa per essere il capoluogo di provincia più alto d'Italia. E noi ci andiamo! Che emozione! Beh dai, non così tanta eheh...
La mattina ci troviamo assieme a Don Tino per la colazione, e conferma l'ospitalità e la gentilezza che ci aveva riservato la sera precedente offrendoci caffè e granita nel bar della piazza di Grammichele. Sembra essersi affezionato al Grande Giro d'Italia!
Da Grammichele partiamo in direzione Caltagirone, e arrivati alla cittadina ci sorprendiamo per le decorazioni di ponti, palazzi e monumenti: siamo nella città della ceramica e tutto è decorato con questo materiale! Ma, ancor più sorprendente, è ritrovare la famosa scalinata della città decorata con i ceri: è San Giacomo, e tutta Caltagirone è in festa! Che fortuna essere passati giusto in questi giorni!
La tappa di oggi è relativamente breve, e ce la prendiamo con molta calma, tanto il clima rimane caldo e non viene voglia di fare le corse, soprattutto perchè poi la strada continua a scendere e salire, passando per zone isolate e poco abitate. Piano piano si passa per Mirabella Imbaccari, si costeggiano campi di cactus, boschi stranamente verdi, campi più secchi, con un paesaggio mai monotono, fino ad arrivare a Piazza Armerina, dove ci fermiamo per mangiare. Abbiamo la fortuna di scegliere una piccolo passaggio dove sederci e pranzare, dove è stato piantato un albero di susine stracarico di frutta matura. Magari non potete capire, ma tutta questa frutta, deliziosa, succosa, zuccherosa, e soprattutto gratis, è il regalo più bello che si possa fare ad un cicloviaggiatore! Dopo la scorpacciata di susine visitiamo velocemente il centro storico, dove incontriamo il signor Mario, un anziano tassista di Ape (si, trasportava la gente con l'Ape!), che ci offre un buon caffè freddo e ci racconta della sua vita e della sua famiglia: sono incontri sempre interessanti, soprattutto quando i personaggi in questione hanno una certa età e molti aneddoti da raccontare...
Il viaggio prosegue sempre più verso nord, direzione Enna, passando vicino al lago di Pergusa, più una pozzanghera che un lago, famosa per la pista per automobili che lo circonda, fino ad avvistare finalmente il capoluogo di provincia più alto d'Italia, arroccato su un'enorme pietra. La salita per raggiungere la cima di Enna non è per niente gentile, ci fa soffrire e sudare, ma poi da lassù lo sforzo è ripagato dalla bella vista a 360 gradi che si ha sul territorio circostante, soprattutto dal castello lombardo (lombardo in Sicilia??). Il centro storico non è granchè, ma è tutto quello che c'è intorno che è affascinante. Di fronte ad Enna è posizionata Calascibetta, anch'essa costruita su una roccia, meno alta di Enna, ma all'apparenza ha un centro storico più interessante. Noi dobbiamo andare proprio in quella direzione, e quindi ci gettiamo a capofitto nella discesa che porta quasi fino a valle: ovviamente, poi, per raggiungere Calascibetta, bisogna risalire. La Sicilia è così, o si sale, o si scende, poca pianura! Da Calascibetta sentiamo odore di bruciato e nuvoloni di fumo appaiono dietro la megapietra di Enna: probabilmente un incendio, come spesso accade qua in Sicilia. Calascibetta purtroppo non la visitiamo, siamo diretti verso un piccolo villaggio a 20 km, Villapriolo: con couchsurfing ci siamo messi in contatto con Valeria, che abita in quel minuscolo paesino, ma non potendoci ospitare ci ha almeno informati che il parroco è reperibile fino alle sette, quindi bisogna arrivare prima di quell'ora. Di tempo ne abbiamo, e noi ci godiamo lo stupendo paesaggio che si apre intorno a noi: fortunatamente la strada principale è stata affetta da frana e la via alternativa ci manda per stradine di campagna assai panoramiche. In una di queste stradine riceviamo un sms da Valeria, che ci avvisa che alla fine avrebbe potuto ospitarci, e quindi pedaliamo con più allegria tra i campi, le colline e le pecore.
Villapriolo sembra uno di quei paesini argentini della Pampa, con struttura a scacchiera, in mezzo al niente, dove tutto ruota intorno alla chiesa e al bar, ed è estremamente affascinante. Anche qua la nostra entrata viene notata da tutta la popolazione (beh, 500 persone), e dopo una pizza nell'unica pizzeria del paesino, deliziata dal karaoke del bar (deliziata è un eufemismo...), ci incontriamo con Valeria. Lei, giovanissima e in procinto di entrare nell'università, ci accoglie bene in casa, e poi ci porta al bar del karaoke a far serata con gli amici di Villapriolo: la sensazione è quella di una grande famiglia nel paese, dove tutti si conoscono e si riuniscono a cantare assieme. Tra l'altro, la qualità del karaoke aumenta sensibilmente! Noi a una certa ora cominciamo ad avere gli occhietti che si chiudono, neanche il caffè ci tiene svegli, e ce ne andiamo a letto con una sola speranza: che le campane del campanile di Villapriolo, che suonano ogni quarto d'ora, non vengano udite dalle nostre orecchie!



Cucù! Il pollo Paul tra i vasi di ceramica del parco di Caltagirone


San Giacomo! C'è festa a Caltagirone!


La selvaggia Sicilia


Eh beh...


Calascibetta


Un giallo finale di tappa

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