lunedì 11 agosto 2014

Tappa 40 - Civitavecchia - Torre Alfina

NEL REGNO DEGLI ETRUSCHI - Villaggi medievali, problemi meccanici e incontri fortunati

Civitavecchia - Torre Alfina: 130 km

Dormendo, la traversata pare non durare niente, mi addormento su un'isola e mi risveglio sul continente!
Tocco terra di primo mattino, da oggi comincia l'ultimo terzo del viaggio, ormai non manca molto. Come promesso, mi ritrovo con Piera e il suo ragazzo per fare colazione al bar del porto, oggi loro ritornano verso Verona, e passiamo una mezzoretta parlando delle nostre avventure di viaggio. Ci salutiamo poco dopo, loro devono partire, ne hanno di strada per Verona, io faccio la seconda colazione e mi preparo per cominciare a pedalare.
E' sabato, ed in strada ci sono un sacco di ciclisti, si vede che non siamo più al sud. Da Civitavecchia la prima destinazione è Tarquinia, per raggiungerla si pedala per una bella zona di campagna, solo campi a destra e a sinistra, piacevoli da attraversare dopo aversi fatto il vallonato sud Italia. Arrivato a Tarquinia, comunque, cominciano già a vedersi le colline, la tregua è durata poco. Tarquinia è posizionata appunto in cima a una di queste colline, dalla cittadina di origine etrusche si possano ammirare il mare e tutta la piana appena attraversata. Tarquinia è carina, si sente che porta sul groppone parecchi anni di storia, e passeggiando per le vie del centro storico incontro un ragazzo, seduta a suonare la chitarre sugli scalini di una chiesa e con lo stesso vecchio zaino di suo padre. Vado ad attaccare subito bottone, ed è che così che conosco Lapo, che sta rientrando dopo una vacanza sull'isola del Giglio. Parlando, lui si informa sulla mia destinazione di oggi, e appena gli dico Acquapendente lui si illumina e mi dice "ma dai, io e altri miei amici di scienze forestali stiamo sistemando una cascina li vicino, in un bosco di Torre Alfina, per una festa a settembre, ma vieni da noi!". E come non accettare! Ci scambiamo i numeri e ci diamo appuntamento a più tardi. Tra l'altro Lapo è proprio un bravo ragazzo e con un sacco di belle idee, certi incontri avvengono perchè devono avvenire!
Da Tarquinia ricominciano le colline, piacevoli ed ombreggiate, ed arrivo velocemente a Tuscania, un paese che volevo visitare da tempo. Ed è uno spettacolo di paese! A parte la periferia moderna, evitabile, Tuscania è circondata da mura, ma è al di fuori delle mura che si trovano due gioielli, due chiese dell'epoca media, romaniche, da far impazzire ogni amante di quel tipo di architettura, come me... A Tuscania incontro anche un altro signore, appassionato di bicicletta come trasporto sostenibile, con il quale intavolo una lunga ed interessante chiacchierata con gelato: poi guardo l'orologio, è quasi mezzogiorno e ho solo pedalato 40 km, quanta pigrizia!
Le solite colline per svariati km, senza alcuna casa di mezzo e dei bei dolci paesaggi, e in un'oretta arrivo a Viterbo. Viterbo è bella grande, abituato ai piccoli paesini mi sembra fin troppo popolata, ma il centro storico sembra un borgo nella città. E che borgo! Anche qua rimango affascinato dall'architettura della città, molto bella la zona del palazzo dei Papi, invasa da sposi in posa per il servizio fotografico post matrimonio. Nel frattempo chiamo la Bea, che nel viterbese ci ha lavorato, e mi avvisa che l'acqua della zona ha belle dosi di arsenico... ma va! Io ne ho già bevuto un bel litro e mezzo almeno...
Da Viterbo ci sono un bel po' di km per Bagnoregio. La strada è bella, ma il manto stradale fa abbastanza schifo, e prendendo una buca il portapacchi cinese si sposta da niente, le borse toccano i raggi, la ruota si blocca, e per cento metri faccio l'equilibrista sulla bicicletta: per miracolo non cado, me la sono vista brutta. Intanto si è staccato un pezzo di borsa, si deve riparare con le mitiche fascette, e fisso anche vari pezzi del portapacchi, visto che si staccano alla minima buca.
A Bagnoregio arrivo per una zona di calanchi, valli profonde ed affascinanti, e mi dirigo subito verso Civita di Bagnoregio, un borgo ormai disabitato, isolato sopra  uno sperone roccioso che salta su come un fungo e raggiungibile solamente attraverso una passerella. Civita sarà pure abbandonata, ma è strapiena di turisti di tutte le nazioni, e il centro storico è un susseguirsi di ristoranti, bar e negozi di souvenir vari: ciò toglie un po' di bellezza al borgo, che rimane comunque molto piacevole da visitare.
Uscito da Bagnoregio chiamo Lapo, ormai sono vicino a Torre Alfina e ci accordiamo per dove incontrarci: la strada per Torre Alfina attraversa campi di girasole, pascoli di pecore e grandi piane coltivate. Il borgo, abbastanza isolato, è un piccolo gioiellino, dominato dal castello, ma la casa di Lapo si trova ben più sotto de centro, proprio in mezzo al bosco, e la mi incontro con Lapo e tre suoi amici. L'accoglienza è calorosa, e ci si mette subito in cucina per la cena, si va di risotto stasera! La casa nel bosco è grandissima, i ragazzi la stanno mettendo a posto per una festa a settembre, li dentro ci staranno almeno cinquanta persone... Dopo cena andiamo a visitare il borgo, dall'atmosfera resa ancor medievale dalla notte scura e dalla quasi assenza di luci, poi ritorniamo a casa per terminare in bellezza con un film di Miyazaki... io non riesco neanche a vederlo tutto, ormai son vecchio! A nanna!


Tarquinia


Un cavaliere a Tuscania! Pollo Paulus


Cripte criptiche


Il nuovo monaco della chiesa... si, sempre lui!


Modeste finestrelle viterbesi


Civita di Bagnoregio

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