lunedì 11 agosto 2014

Tappa 42 - Castello di Tocchi - Pontedera

UN TUFFO NEL MEDIOEVO - Tra abbazzie abbandonate, paesini etruschi e la pianura

Castello di Tocchi - Pontedera: 120 km

Una tappa semplice: lo doveva essere sulla carta, e lo è stato! Incredibile, nessun problema meccanico, nessun ritardo, nessuna sfiga scesa dal cielo all'improvviso, miracolato per un giorno...
La tappa comincia nel migliore dei modi, con una nebbiolina leggera che si alza lievemente sulle colline toscane, sembra di essere in un film. Dopo pochi km di strade ondulate, arrivo nella spettacolare abbazia di San Galgano: ci ero già stato qualche anno fa in compagnia di Elettra e Cristina, ma arrivarci in bici ha tutto un altro significato. L'abbazia di San Galgano è emozionante, si trova in mezzo al niente e praticamente sono rimaste su solamente le pareti, il tetto è scomparso a causa una storia lunga e travagliata. Li vicino, nell'eremo di San Galgano, si trova la spada nella roccia, infissa nel terreno da San Galgano: ciò non fa che aumentare il fascino della zona!
Come in buona parte della Toscana, anche qua non si fa che salire e scendere per km, ma non come ieri, le pendenze ora sono più dolci e si riesce a godere del bel paesaggio rurale senza sudare sette camicie. Piano piano, km dopo km, arrivo a Volterra, che da tanto tempo volevo visitare. Anche in questo caso, la famosa cittadina toscana apre una breccia nel mio cuore da cavaliere medievale. E' circondata da mura dell'età media ed etrusche, ci sono resti romani notevoli, come il teatro, è dominata da alte torri, e conserva ancora quell'atmosfera magica d'altri tempi, nonostante il grande afflusso di turisti. A Volterra ci rimango un bel po', me la godo proprio questa cittadina, anche se nubi minacciose si avvicinano sempre di più.
Fortunatamente, le nubi rimangono solamente minacciose e non combinano danni, mentre per me la tappa continua tutta in discesa, e non è un modo dire, è proprio quasi tutta discesa. O almeno, di salite non se ne trovano più, da fondovalle in poi c'è solamente la pianura. La pianura? Che sogno, finalmente più di 30 km senza trovare una collina di mezzo! Ritrovo i campi di girasole, è sempre una gioia vederli, peccato che il traffico aumenta all'avvicinarsi dalle strade che portano a Pisa, Livorno e Firenze, ma non è eccessivo. L'unico problema, il contakilometri, il mio unico amico oltre al pollo Paul: questo aggeggio, perfetto nel segnalarti la tua media di marcia, la velocità, i km effettuati, smette di funzionare. Panico. Cosa sarà successo? Sono le pile? Saranno i contatti? Provo a spostare il computerino e ad aprirlo, ma niente, morto. Fa lo stesso, non manca tanto all'arrivo a Pontedera, posso farne a meno, ci penserò dopo.
A Pontedera ci arrivo presto, e mi incontro subito con Paolo, che di professione fa il cartografo (e con il quale quindi mi trovo bene) e suo figlio Ulisse (nome perfetto per il figlio di un cartografo!). In casa di Paolo ci si può perdere per ore ad osservare le cartine geografiche, appese sui muri e contenute in grossi libri ed archivi, ma resisto alla tentazione per dedicare un po' di tempo alla bicicletta. Prima di tutto compro un nuovo copertone, dopo quello che è successo ieri non si sa mai, poi attenzione, rullo di tamburi, trrrrrrrrr... : la pulisco! Eh si, ogni tanto ci vuole, dalla corona tolgo certi pezzi incrostati che mi fanno vergognare un po'! Compro pure una pila nuova, con la speranza che il contakilometri si ripigli.
Pontedera non ha molto da offrire, anche perchè il centro storico è stato buttato giù dalle bombe nella seconda guerra mondiale, e ne approfitto per passare una bella serata con Paolo ed Ulisse, di fronte ad un buon piatto di pasta imperiale e della super proteica carne (che farà tanto bene ai muscoli affaticati...). La passeggiatina serale accompagnata dal gelato dona la mazzata finale, la tappa è stata facile, ma come ogni giorno il sonno arriva implacabile e molto presto!

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