mercoledì 13 agosto 2014

Tappa 48 - Salto - Aosta

L'ORCO E LA MONTAGNA - Seguendo la valle Orco fino all'altissimo Nivolet

Salto - Aosta: 105 km (e qualcuno a piedi)

E il gran giorno è arrivato, quello della prima grande montagna oltre i 2000 mt! Non che non avessimo già fatto montagne toste, l'Etna, il Terminillo e il Gran Sasso non sono per niente facili, ma qua si parla di 2612 metri sul livello del mare, tornanti da paura e un finale di tappa che si preannuncia decisamente "fuoristrada".
La giornata comincia male. Piove, ovviamente. In quest'estate matta non si può stare tranquilli, due giorni di sole e poi uno di pioggia, e proprio oggi deve piovere??? Comunque, chi se ne frega, io la montagna la affronto oggi, non c'è pioggia che tenga, io pedalo lo stesso. In effetti, non piove neanche tanto, è pioggerellina, però bagna è non è per niente piacevole pedalare con le scarpe umide. Non importa, il morale me lo risolleva la stupenda vista che mi offre la Val Orco, che si stringe man mano che avanzo e salgo su per il monte: a destra e a sinistra i fianchi delle montagne sono costellati da cascate, si attraversano piccoli borghi con case vecchie e medievali, e il fiume, l'Orco, è impetuoso e strapieno d'acqua. Avanzando, il tempo migliore, smette di piovere e vengo addirittura colpito da qualche raggio di sole, miracolo!
Da Locana, la strada, fino ad adesso leggermente in salita, si impenna, tre tornanti con pendenze superiori al 10% mi indicano che la vera salita per il Nivolet è cominciata. Un cartello davanti a me mi indica una galleria di tre km, col cavolo che la faccio, e come al solito in questi casi, c'è una stradina laterale che costeggia la montagna (beh, con pendenze più pronunciate ovviamente...). La strada è quasi sterrata, ci sono buche crateri ovunque e la vegetazione se la sta pian piano mangiando, ma è anche molto panoramica, si pedala a bordo di un burrone con il fiume, ormai un ruscello, laggiù in fondo: tra l'altro, per cominciare questo tratto di salita si passa tra due grossi macigni che quasi si baciano, quasi un minaccioso portale che avvisa che da qua in poi non si scherza. Lasciate ogni speranza o voi che entrate!
Finito il tratto duro si arriva alla piana che precede Ceresole Reale: qua la montagna è molto più affollata, siamo a 1600 mt e c'è l'invasione dei turisti della domenica, che vogliono godersi un po' di aria pura del Gran Paradiso. Molti sono anche i cicloturisti che si portano la montagna dalla valle a qua, per poi scalare il Nivolet: così non vale, la montagna si fa tutta! A Ceresole mi drogo con un cappuccino, una bevanda calda e la caffeina aiuteranno aiutano lo spirito e il corpo ad andare su per gli ultimi 1000 metri. Supero il lago di Ceresole senza fermarmi a visitarlo più di tanto, troppa gente, si passa il boschetto e poi eccoli, i tornanti, segno che qua si sale e bene: fortunatamente, questi tornanti non sono troppo cattivi, e riesco a pedalare bene, riuscendo a godermi il paesaggio che mi circonda. Fiumiciattoli che scendono dalle montagne, grandi prati, boschi, un paio di marmotte che mi dicono buongiorno, cime innevate, è gioia per gli occhi! Si sale così fino allo sbarramento del Lago Serrù, un enorme muro con un'enorme scritta "Città di Torino", affascinante come l'uomo abbia costruito una diga fino quassù. Mi fermo per mangiare, ho bisogno di qualche caloria, e incredibilmente, mentre mi mangio il classico panino con la marmellata, trovo una macchina targata Verona, e da li esce Marco, un ragazzo di Verona... ma che incontri si fanno a quota 2200??
Passo il lago Serru, poi quello Agnel, ormai sento che la meta è vicina, ma purtroppo non pedalo più veloce delle nuvole, che mi raggiungono e mi circondano. Intorno a me, solo la nebbia, non riesco a vedere ne giù, ne su! E no eh! Non sono venuto fino al Nivolet per poi non godermi neanche il paesaggio! Lo scollinamento a 2612 avviene con la nebbia, sotto al cartello ci sono altri ciclisti per le foto di rito, io proseguo (dopo la foto, ovviamente), mi infilo nella nebbia e scendo fino ai due rifugi nell'altro versante, un km più avanti. Poi, la strada finisce. Come che finisce, direte voi?? Eh si, finisce, non c'è più asfalto, ci sono solo sentieri di montagna per proseguire verso la Valle d'Aosta! Ed è quelli che seguirò, assieme alla fedelissima bici da corsa, che, lo so già, mi sta maledicendo.
Fortunatamente, dall'altro lato la nebbia non arriva, così posso godermi lo spettacolo, in fondo ci sono le montagne e il Gran Paradiso, mentre io pedalo e cammino nella valle, un grande prato attraversato da un ruscello e abitata da qualche pascolo di mucche. Il sentiero è stretto, ma largo abbastanza per passare in bicicletta, ma è difficile fare più di 300 metri in sella, spesso grandi pietre si sotituiscono alla terra battuta e sono costretto a scendere dalla bici, ma anche quando il terreno si fa paludoso è difficile avanzare. Ma così sarebbe anche accettabile, il difficile viene dopo, quando arrivo alla croce, che segna l'inizio della vera discesa verso la località Pont, 300-400 mt più in basso, dove comincia la strada asfaltata e sede del più alto camping d'Europa. Dalla croce comincia un sentierino, una mulattiera, ripido, stretto e pietroso, che neanche il più folle mountain biker si sognerebbe di fare, e io già sto male a pensare che dovrò portare giù la bici a spalle, con il peso aggiuntivo dei bagagli. Approfitto del magnifico paesaggio per mangiare, e faccio conoscenza di Angelo ed Erika, due camminatori che queste zone le conoscono bene: loro sanno a cosa vado incontro....
Io lo scopro ben presto. La bici sulla spalla non è per niente leggera, poi io che non ho molta ciccia sulle spalle mi sento il ferro direttamente a contatto con le ossa: rimedio riempendo il sacchetto del pane con i manicotti e mettendomelo sopra la spalla, come per fare un cuscino, ma non serve a molto. Inoltre, la bici mi squilibria, e rischio un paio di scivoloni epici che mi avrebbero fatto raggiungere il fondo valle decisamente più velocemente! Però, passo per passo, raggiungo il boschetto ed infine il campeggio, è fatta! Sono in Valle d'Aosta! In uno dei bar della piccola località incontro di nuovo Angelo ed Erika, che sono curiosi di ascoltare la storia del mio viaggio e gentilmente mi offrono una santa birretta: piacevole la chiacchierata con loro, abituati a queste montagne, conoscono tutti i rifugi qua intorno... anche questa è una zona da ri-esplorare a giro terminato.
Da Pont ad Aosta è tutta discesa, ora la vita è facile! Scendendo attraverso tutta la stupenda Valsavarenche, una stretta valle circondata da alte montagne che paiono ripiegarsi sul piccolo ma impetuoso fiume Savara. Scendo velocissimo, anche perchè si sta facendo tardi, e in pochissimo tempo arrivo a valle, incontrandomi finalmente con la Dora Baltea, l'azzurro fiume che attraversa la piccola regione alpina. Pedalare a fondo valle è decisamente più caldo, ed è uno spettacolo fatto di vigneti, castelli e montagne, pare di essere catapultati indietro nel tempo, mi aspetto di vedere spuntare fuori un drago, ma le macchine e il traffico disturbano queste mie visioni medievali... Sulle pendici della valle abita Ambra, un'amica di una ragazza di couchsurfing che gentilmente mi ospiterà per la notte. Non potevo chiedere migliore compagnia, tra l'altro anche lei è una ragazza molto sportiva, viene da una gara di corsa, e mi trovo bene sin dall'inizio. Per cena ci raggiunge un altro amico, anche lui appassionato di corsa, estrema però, lui si sta preparando per il giro della Val D'Aosta correndo, circa 300 km... decisamente più estremo del mio giro d'Italia!



Cascate in Val Orco


Orco can!


Orco boia!


The Gate of Orco's Valley, epica


Salendo per la salita, orco diaolo!


Orco che fatica! Povero pollo Paul, gli manca l'ossigeno...


E sulla montagna incontro Marco, che roba


Il primo lago del Nivolet


Il secondo...


Il Nulla avanza...


Ed ecco la cima, da dove non si vede un tubo!


...e la piana sotto la cima, la in fondo il Gran Paradiso


Tutto questo farselo in bici da corsa, eeeeeh, che roba...


Questa discesa mi ha messo in croce...


Pont


Strettissime gole nella valle


Uno dei mille milllllioni di castelli in valle d'Aosta

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